Viaggio di vino è la nostra rubrica di degustazione curata da un sommelier di eccezione – Antonio Currò – che con maestria e passione ci accompagna verso un nuovo modo di sentire profumi e aromi. Di tutti vini e in particolare delle nostre etichette. Oggi ci dedichiamo alla sensazione tattile dell’astringenza, mentre degustiamo il Barbazzale.
L’astringenza è una sensazione tattile che si percepisce nella bocca con un senso di asciutto e sulla lingua con rugosità, questo è dovuto all’azione dei tannini presenti nei vini rossi e, in minima parte, nei bianchi da lunga macerazione. Questa sensazione, annoverata tra le durezze del vino, è proporzionale alle dimensioni, alla natura ed al peso specifico dei tannini stessi, ed anche in questo caso per la percezione entrano in gioco le papille gustative filiformi.
I tannini sono una componente naturale del vino, essendo presenti nelle bucce, nei vinaccioli (i semi all’interno dell’acino) e nel raspo ( la parte lignea del grappolo). Si tratta di composti chimici naturali appartenenti alla famiglia dei polifenoli, presenti in diverse piante e nelle loro componenti, legno, corteccia, frutti, ecc.
Per avere chiara questa sensazione è possibile assaggiare dei carciofi crudi o meglio dei loti poco maturi, la strana sensazione che tira le gengive e lega la bocca è proprio l’astringenza.
- Barbazzale Rosso
- Barbazzale Rosso
Il Barbazzale Rosso 2018 è un chiaro esempio di vino dal tannino robusto ma ben integrato. Piacevole rosso rubino, schiude al naso un bouquet molto interessante, ciliegia, confettura di fragole, sentori di sottobosco, pepe e tabacco. In bocca il ruvido tannino ben si bilancia con la morbidezza e la percezione pseudocalorica donandoci un finale robusto. Degustato il 18 febbraio 2021.
Antonio Currò
La sua formazione professionale da sommelier inizia in Francia, tra l’Aquitania e la Borgogna, ricoprendo vari ruoli in alcune “maison du vin” ed in ristoranti gourmet. Prima di tornare nella sua Taormina, dove dirige lo stellato “Casa Grugno” per 10 anni, trascorre diverso tempo nel Regno Unito come consulente enologico di alcune compagnie ristorative. Si trasferisce a Torino per 2 anni per la riapertura del ristorante del Cambio collaborando con lo chef Baronetto. L’amore per la propria terra e soprattutto il coinvolgimento dello chef Ciccio Sultano lo vedono oggi attore nel grande progetto del ristorante Duomo, dove ricopre il ruolo di head sommelier.