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Viaggio di vino, spunti di degustazione con Antonio Currò

Arriva un momento in cui si decide di condividere un viaggio, anche quello di sapori, con maggiore consapevolezza. 

Questo anno di forte distanza ci ha fatto comprendere ancora di più quanto sia importante poter accompagnare tutti coloro che desiderano scoprire i nostri vini in un percorso di degustazione che permetta di approfondire alcune delle caratteristiche con cui ci si confronta quando si sceglie cosa gustare, come assaporarlo. 

Iniziano così i nostri viaggi di vino, in cui verremo guidati da un sommelier di eccezione – Antonio Currò – che con maestria e passione ci accompagnerà verso un nuovo modo di sentire profumi e aromi. Di tutti vini e in particolare delle nostre etichette. Questo primo appuntamento lo dedichiamo allo spumante metodo classico.

Buon viaggio di vino, buona degustazione!

Metodo classico o Champenois

In principio era un vino dolce bevuto da frati benedettini poi, come spesso avviene, un casuale evento atmosferico cambiò il corso della storia. Successe che un autunno un po’ più caldo determinò un innalzamento della temperatura in cantina che causò una rifermentazione del vino all’interno della bottiglia, facendo sviluppare anidrite carbonica che si trasformò in bollicine.

Oggi, 350 anni dopo, lo spumante metodo classico si produce alla stessa maniera, con una tecnologia adeguata ai tempi ma la stessa filosofia.

Le uve per la realizzazione di uno spumante vengono raccolte con un leggero anticipo rispetto alla perfetta maturazione fenolica, per avere una maggiore acidità totale nel vino. Una volta vinificato, avendo cura di spremere dolcemente ogni singolo acino, si lascia affinare il vino ottenuto per un “tempo” variabile a secondo dell’annata e della stile che si vuole dare alla bolla.

Trascorsi circa 38 mesi, nei quali il vino riposa sui suoi lieviti in tini d’acciaio o piccole barrique, arriva il momento dell’imbottigliamento, viene aggiunto il liquer de tirage (una miscela formata da un po’ di vino con una precisa quantità di zucchero di canna, lieviti indigeni e sostanze minerali) e sigillato con un tappo a corona.

Da questo momento in poi il vino riposerà ed affinerà in cantina al riparo da luce, rumori e sbalzi di temperatura, nei quali verrà cullato attraverso la tecnica del remuage.

Decorso questo “tempo” arriva il momento della sboccatura, cioè l’eliminazione dei lieviti esausti presenti in ogni singola bottiglia, con il conseguente rabbocco per mezzo del liquer d’expedition o dosaggio. Una volta tappato con il classico tappo a fungo, lo spumante è pronto per la commercializzazione anche se alcuni produttori preferiscono lasciarlo in cantina ancora qualche “tempo”, per donare un’esperienza gustativa e sensoriale più simile possibile alla filosofia aziendale.

L’Etna doc spumante brut metodo classico 2014 di Cottanera viene prodotto seguendo le semplici regole sopra descritte. Nella degustazione dello scorso 13 Novembre sono riuscito ad apprezzare la luminosità e la brillantezza del fine pèlage, frutto di un lungo affinamento sui lieviti. Il naso è dirompente ricco di sfaccettature, si apre con la crosta di pane appena sfornato e poi pompelmo rosa, ginestra ma anche melograno ed acacia. Il sorso è fresco, pieno e morbido, con un finale teso, di corpo che ci lascia presagire un durevole tempo di beva.

 

Antonio Currò

La sua formazione professionale da sommelier inizia in Francia, tra l’Aquitania e la Borgogna, ricoprendo vari ruoli in alcune “maison du vin” ed in ristoranti gourmet. Prima di tornare nella sua Taormina, dove dirige lo stellato “Casa Grugno” per 10 anni, trascorre diverso tempo nel Regno Unito come consulente enologico di alcune compagnie ristorative. Si trasferisce a Torino per 2 anni per la riapertura del ristorante del Cambio collaborando con lo chef Baronetto. L’amore per la propria terra e soprattutto il coinvolgimento dello chef Ciccio Sultano lo vedono oggi attore nel grande progetto del ristorante Duomo, dove ricopre il ruolo di head sommelier.