Ogni volta che aprite una bottiglia di vino sentite il rumore del tappo di sughero che pian piano sale su, poi il classico suono dello stappo cui segue il profumo che si libera.
Prima di degustarlo, vi siete mai chiesti cosa c’è dentro quella bottiglia? Oltre l’uva e il sapore c’è un racconto fatto di lavoro, passione, amore per il territorio che ogni anno ci ripaga con i suoi frutti.
Ogni anno, quando arriva settembre in cantina è una gran festa.
La vendemmia è un momento di fatica ma anche di raccolta dei frutti di tutta la dedizione e l’impegno quotidiano. E’ un mix di poesia, conoscenza e tecnica in quanto ogni terreno richiede una cura speciale, ogni vitigno ha le sue peculiarità. Gesti sapienti, riti che si tramandano e ripetono di generazione in generazione.
Parenti, amici e preziosi collaboratori popolano i filari riuniti da un unico obiettivo che rende questo rito un momento di condivisione sociale. La vendemmia Cottanera è manuale, autentica in ogni passaggio.
Quest’anno la stagione calda è iniziata in ritardo e quindi anche la raccolta è stata posticipata rispetto al passato. La produzione è stata qualitativamente molto alta. L’uva infatti, essendo stata raccolta in condizioni di maturazione ottimali, ci lascia auspicare una grande qualità.
Per due mesi interi 35 donne e uomini hanno popolato i nostri filari raccogliendo a mano, in cassetta, selezionando ogni grappolo ed eliminando gli acini imperfetti.
La raccolta manuale è così, richiede cura e attenzione in ogni passaggio. Ma è proprio quest’impegno unito alla passione di tutti che rende unico questo momento.
Come da tradizione, anche quest’anno ci siamo salutati con un pranzo all’ombra del nostro pino: il pane arrostito con salsiccia è il nostro piccolo rito che celebra la fine della vendemmia e l’inizio della produzione di una nuova annata.