Vendemmia è sinonimo di incontro in cantina, due mesi in cui i filari si animano di voci, di cure, di gesti tramandati di generazione in generazione. E’ l’incontro degli sguardi mentre osservano i grappoli, delle mani che selezionano le uve acino per acino. Delle donne e gli uomini che si incontrano a pranzo dopo una mattinata trascorsa ai piedi del vulcano.
Ed è l’incontro con le nostre piante, quelle che curiamo ogni giorno per tutto l’anno in attesa di questo momento in cui i vigneti raggiungono la massima bellezza e l’attesa porta con se l’emozione di scoprire cosa sarà.
La vendemmia 2022 si è da poco conclusa e le uve sane e mature già lasciano presagire le giuste potenzialità per dare origine a vini longevi.
La produzione è stata leggermente superiore a quella dello scorso anno, con una qualità complessiva di ottimo livello che ci riempie di soddisfazione.
È stata un’annata che, a causa delle importanti e frequenti ondate di calore e della siccità di inizio dell’estate, aveva destato più di qualche preoccupazione. Ma ha riservato un finale di stagione perfetto, consentendo ai produttori di portare in cantina uve dal potenziale qualitativo ottimo e in perfetto stato dal punto di vista fitosanitario.
La complessità che caratterizza la nostra viticoltura si traduce anche in scenari diversi per le varie contrade: le diverse condizioni climatiche che, in molti casi, assumono ulteriori specificità nelle singole contrade, la presenza di terreni originatisi con colate laviche differenti, la posizione dei vigneti ad altitudini anche molto variabili e, infine, l’età delle piante, creano un mosaico difficile da catalogare in modo omogeneo. Tutte le prime testimonianze però ci lasciano immaginare un quadro molto positivo, sia per le varietà a bacca bianca sia rossa. Acidità e maturità non mancano e tutto lascia presagire a futuri vini che potranno sfidare il tempo.
Dopo un inverno generoso dal punto di vista delle piogge, la primavera di quest’anno, lungo un po’ tutto il comprensorio dell’Etna è stata particolarmente asciutta, caratterizzata da scarse precipitazioni da marzo sino a maggio. All’inizio dell’estate, poi, l’innalzamento delle temperature e il clima particolarmente siccitoso ci ha messo in allarme, sebbene nel complesso le piante abbiano goduto di un ottimo sviluppo vegetativo che ha portato ad uno stato sanitario ottimale delle uve.
L’arrivo delle piogge ad agosto è stato sicuramente decisivo e ha determinato una situazione molto favorevole nelle ultime determinanti fasi di crescita dei grappoli. Queste precipitazioni, infatti, hanno fornito una sorta di refrigerio alle piante e hanno permesso alle uve di raggiungere una ottimale maturazione aromatica e soprattutto fenolica.
Le operazioni di raccolta sono iniziate con un anticipo di circa una settimana rispetto alla normalità e si sono concluse a fine ottobre, con il tradizionale pranzo sotto il pino di tutta la meravigliosa squadra che ogni anno ci accompagna in questa avventura.